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Prima visita di Fidel all'ONU: dall'Assemblea Generale ad Harlem

Data: 

25/11/2019

Fonte: 

Prensa Latina

I discorsi del leader della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro (1926-2016), nella sede dell'ONU a New York trascendono ancora oggi e sono referenziali per i popoli che difendono ideologie progressiste o di sinistra.  
 
In questa data, commemorandosi il terzo anniversario del suo decesso, la missione di Cuba presso le Nazioni Unite rende tributo al suo lascito e ricorda il suo passaggio nell'organismo multilaterale.  
 
59 anni fa, il primo ministro dell'isola ha parlato, allora per la prima volta, davanti all'Assemblea Generale ed il suo discorso, di quasi cinque ore, appare tra i più lunghi pronunciati nell'ONU.  
 
È anche uno dei più critici e duri contro la filosofia della guerra e dell'espropriazione.    
 
Il 26 settembre 1960, il leader cubano è arrivato all'Assemblea Generale ed ha occupato per quasi cinque ore l'attenzione del forum.  
 
La denuncia di numerose azioni del Governo degli Stati Uniti contro la Rivoluzione cubana e dell'uso della forza attraverso la crescente carriera militarista sono stati gli argomenti centrali di quell'allocuzione che ha provocato ripetute ovazioni ed applausi.  
 
Fidel era arrivato il 19 settembre 1960 alla città di New York, dopo il trionfo della Rivoluzione in quell'isola caraibica, nel gennaio del 1959.  
 
Nelle sfere di potere statunitense l'animosità contro la nascente Rivoluzione cubana era aumentata. Perfino, il leader ha denunciato un trattamento oltraggiante nell’Hotel Shelburne ed ha deciso alloggiarsi vicino alla sua delegazione nell’Hotel Theresa, situato in uno dei quartieri poveri di New York: Harlem.  
 
Le autorità statunitensi lo escludevano da riunioni ed incontri ufficiali, ma negli abitanti di Harlem -afroamericani in maggioranza - Fidel ha trovato appoggio, ammirazione ed una calorosa accoglienza.  
 
Nell’Hotel Theresa che ha chiuso nel 1967 ed ora è un edifico di uffici, ha ricevuto il difensore dei diritti civili Malcolm X, si è incontrato per la prima volta col leader sovietico Nikita Jruschov, ed ha avuto riunioni col presidente egiziano, Gamal Abdel Nasser, ed il primo ministro indio, Jawaharlal Nehru.  
 
Manifestazioni spontanee sorgevano sotto il balcone dalla sua stanza, dove aveva appeso una bandiera cubana ed ha conversato in un'occasione con migliaia di simpatizzanti della Rivoluzione.  
 
D'altra parte, è stato anche circondato dalla provocazione ed alcuni tumulti causati per piccoli gruppi contrari al processo di cambiamento che cominciava nell'isola.  
 
Quando è stato escluso dal pranzo che il presidente statunitense, Dwight Eisenhower, organizzava per i leader latinoamericani che partecipavano all'Assemblea Generale dell'ONU, il dirigente cubano ha organizzato una riunione alternativa nella caffetteria dell’Hotel Theresa per una dozzina di impiegati afrodiscendenti del luogo.  
 
L'ostilità delle autorità statunitensi verso la delegazione cubana si è mantenuta fino all'ultimo momento, quando hanno confiscato l'aereo in cui doveva ritornare Fidel a L'Avana e Nikita Jruschov ha offerto un aeroplano.  
 
In gennaio del 1961, l'amministrazione di Eisenhower ha rotto le relazioni diplomatiche con Cuba ed in aprile di quello stesso anno, poco tempo dopo avere assunto come mandatario, John F. Kennedy, ha ordinato l'invasione di Baia dei Porci. Il tentativo è terminato in un fiasco ed è risultato per l'isola caraibica nella vittoria di Playa Giron.  
 
Dal 1961 al 1963, il governo statunitense ha reso più dure le sue sanzioni e le misure coercitive unilaterali contro Cuba ed ha cominciato un bloqueo economico, commerciale e finanziario che si mantiene fino all'attualità come il più ingiusto, severo e prolungato che si è applicato contro un paese.  
 
Questo meccanismo è stato respinto per 28 anni consecutivi grazie ad una risoluzione promossa nell'Assemblea Generale dell'ONU.